Rieccomi tra voi cari figuranti, prima di quanto pensassi! Avevo lasciato in sospeso le mie impressioni sulla nuova Aida. Ebbene domenica 5 agosto ho potuto finalmente realizzare un opinione a riguardo. Un Aida non tutta da buttare, in sintesi!
La prima volta che ho visto Aida, parlo del vecchio allestimento, mi incantava l’imponenza di quella scenografia, l’enorme piramide tanto bella, tanto ingombrante. I balletti, i ballerini. In particolare, proprio di questi ultimi mi rimase impresso un passo a due nel quale la ballerina indossava un fantastico tutù rosso acceso. Era di un eleganza unica. Non so dirvi di preciso in quale atto, o quale scena di quale atto! Insomma, sapete che non sono un’esperta! All’epoca perfino la gonghista mi meravigliava!:P
Mi vergogno a dirlo ma non sapevo nemmeno cosa volesse dire la parola “figurante”. Rectius, non ne sapevo l’esistenza! Per me eravate tutti componenti importanti del tutto. Facevate parte dello spettacolo tanto quanto(se non di più) cantanti e ballerini. Io, da “ignorante” in materia, o semplicemente da pubblico che va in Arena per vedere un bel spettacolo, guardavo un insieme di elementi indispensabili. In sostanza il mio pensiero permane il medesimo!
Come tante altre persone l’unica parte di Aida che conoscevo era il Trionfo. E il vecchio Trionfo era veramente, straordinariamente “Trionfale”! Una musica forte e significativa. Gli ingressi affollati prendevano il ritmo delle battute. Si creava un non so che di…, azzarderei un quasi “patriottico”. Al termine dello spettacolo facevo il tragitto dalla Piazza alla macchina marciando e canticchiando! Una volta!...
Ah, questi tempi che cambiano. Io lo dico sempre che i cambiamenti mi spaventano. Come anche “mai lasciare la strada maestra per una secondaria”. Però è anche vero che “Chi osa vince”, almeno così dicono nelle forze speciali dell’aeronautica britannica!
Insomma, dopo anni di Zeffirelli era giusto tentare di modernizzarsi? Mi correggo, cambiare? Osare?
Sì, evviva per i coriandoli e i bimbi del gineceo.
Sì, evviva per le vampate focose.
Sì, evviva per l’effetto piramidale sopra il cielo areniano.
Il tutto però racchiuso in un insieme a me apparso disconnesso e a tratti senza senso!... la delusione più grande però è stato senza dubbio il Trionfo. Rectius, Trionfino. Persino la musica mi sembrava meno potente e impetuosa rispetto al passato. Prova del fatto che conta, conta moltissimo il rapporto musica-azione scenica. Le due cose sono strettamente collegate. Risultato? L’ingresso a piccoli gruppi e pochi passi, mi ha fatto sembrare le note del suddetto,… “moscette”!
Non male il finale, l’effetto della roccia che si chiude è azzeccato.
Per quanto riguarda i protagonisti. Sì all’Aida. Positiva l’interpretazione e l’esecuzione. Il suo è uno dei pochi abiti salvabili!
Bravo il nostro Radames, inguardabile però, la fascetta alla Rambo(1,2,3…!!) e l’armatura dall’indefinibile periodo storico!
Una domanda curiosa: perchè il Re d’Etiopia era nero carbone, mentre la figlia Aida color cioccolatino al latte? (Escludo ovviamente le spiegazioni di tipo igienico e la probabilità che Aida sia una figlia adottiva!)
…
Vedete, quella domenica mi sono portata dietro un binocolo, non di quelli piccolini da opera, no no! con me ne avevo uno bello grosso, e tutto questo per vedervi! Hihi!Sono perfino riuscita a riconoscere le mie ancelle preferite! Bravissime! E Bravissimi voi in quelle infinite pose statuarie. Epperò devo rimproverare qualcuno… non sapete quante cose si vedono con un binocolone di quella portata!
Due *** chiacchierone, una *** assonnata(vedi sbadigli) e un *** con continui attacchi di prurito!
Può capitare, visti anche i lunghi tempi da fermi e la noiosità dell’azione pensata dal pur buon Solari!
E Per concludere alla ElisabethTown una perla di saggezza:
La prima volta che ho visto Aida, parlo del vecchio allestimento, mi incantava l’imponenza di quella scenografia, l’enorme piramide tanto bella, tanto ingombrante. I balletti, i ballerini. In particolare, proprio di questi ultimi mi rimase impresso un passo a due nel quale la ballerina indossava un fantastico tutù rosso acceso. Era di un eleganza unica. Non so dirvi di preciso in quale atto, o quale scena di quale atto! Insomma, sapete che non sono un’esperta! All’epoca perfino la gonghista mi meravigliava!:P
Mi vergogno a dirlo ma non sapevo nemmeno cosa volesse dire la parola “figurante”. Rectius, non ne sapevo l’esistenza! Per me eravate tutti componenti importanti del tutto. Facevate parte dello spettacolo tanto quanto(se non di più) cantanti e ballerini. Io, da “ignorante” in materia, o semplicemente da pubblico che va in Arena per vedere un bel spettacolo, guardavo un insieme di elementi indispensabili. In sostanza il mio pensiero permane il medesimo!
Come tante altre persone l’unica parte di Aida che conoscevo era il Trionfo. E il vecchio Trionfo era veramente, straordinariamente “Trionfale”! Una musica forte e significativa. Gli ingressi affollati prendevano il ritmo delle battute. Si creava un non so che di…, azzarderei un quasi “patriottico”. Al termine dello spettacolo facevo il tragitto dalla Piazza alla macchina marciando e canticchiando! Una volta!...
Ah, questi tempi che cambiano. Io lo dico sempre che i cambiamenti mi spaventano. Come anche “mai lasciare la strada maestra per una secondaria”. Però è anche vero che “Chi osa vince”, almeno così dicono nelle forze speciali dell’aeronautica britannica!
Insomma, dopo anni di Zeffirelli era giusto tentare di modernizzarsi? Mi correggo, cambiare? Osare?
Sì, evviva per i coriandoli e i bimbi del gineceo.
Sì, evviva per le vampate focose.
Sì, evviva per l’effetto piramidale sopra il cielo areniano.
Il tutto però racchiuso in un insieme a me apparso disconnesso e a tratti senza senso!... la delusione più grande però è stato senza dubbio il Trionfo. Rectius, Trionfino. Persino la musica mi sembrava meno potente e impetuosa rispetto al passato. Prova del fatto che conta, conta moltissimo il rapporto musica-azione scenica. Le due cose sono strettamente collegate. Risultato? L’ingresso a piccoli gruppi e pochi passi, mi ha fatto sembrare le note del suddetto,… “moscette”!
Non male il finale, l’effetto della roccia che si chiude è azzeccato.
Per quanto riguarda i protagonisti. Sì all’Aida. Positiva l’interpretazione e l’esecuzione. Il suo è uno dei pochi abiti salvabili!
Bravo il nostro Radames, inguardabile però, la fascetta alla Rambo(1,2,3…!!) e l’armatura dall’indefinibile periodo storico!
Una domanda curiosa: perchè il Re d’Etiopia era nero carbone, mentre la figlia Aida color cioccolatino al latte? (Escludo ovviamente le spiegazioni di tipo igienico e la probabilità che Aida sia una figlia adottiva!)
…
Vedete, quella domenica mi sono portata dietro un binocolo, non di quelli piccolini da opera, no no! con me ne avevo uno bello grosso, e tutto questo per vedervi! Hihi!Sono perfino riuscita a riconoscere le mie ancelle preferite! Bravissime! E Bravissimi voi in quelle infinite pose statuarie. Epperò devo rimproverare qualcuno… non sapete quante cose si vedono con un binocolone di quella portata!
Due *** chiacchierone, una *** assonnata(vedi sbadigli) e un *** con continui attacchi di prurito!
Può capitare, visti anche i lunghi tempi da fermi e la noiosità dell’azione pensata dal pur buon Solari!
E Per concludere alla ElisabethTown una perla di saggezza:
“Nessun vero fiasco è mai derivato dalla mera ricerca del minimo indispensabile”
Pensateci!
3 commenti:
mi autocommento per dirvi che ***** sono un'autocensura! sì, per non fare i nomi dei ruoli(sacertodi, ancelle, guardie,..ecc!), non è carino, mi sa un tanto che di spia!:P
Mai pensato di fare della cronista un lavoro? Scrittore e ancora giovane giornalista lo è già anche un mio carissimo amico che ha un blog tutto suo dove ogni tanto scrive di getto quello che gli passa per la testa. Dagli una letta cliccando il link qui sotto aranciarossa.blogspot
Posta un commento